Parlando con mio
nonno ho avuto modo di scoprire un nuovo significato della parola “incontro”,
un significato triste e doloroso, piccolo e veloce come il lampo di un’esplosione.
È la parola che lui e i suoi commilitoni usavano per riferirsi agli incidenti
di guerra: due aeroplani che si scontrano. Dall’alto dei suoi novantuno anni
mio nonno riesce a vedere poco distintamente i fatti della vita che lo
circonda, eppure la sua memoria si tiene saldamente ancorata ad un appiglio, la
guerra.
La memoria vacilla ma i ricordi di
quegli anni sono vividi e ridanno luce ai suoi occhi, rappresentano una ragione
valida per raccontare, per parlare. E dei suoi discorsi mi colpisce il fatto che
tra tutta una vita ricca di lavoro, famiglia, bontà, persone incontrate, siano
più cinque anni di devastazione a riempire i suoi discorsi. Ma mentre lo fa,
oltre all’esondante nostalgia che incrina la sua voce, il suo corpo esprime un’incredibile
tranquillità, non solo dovuta alla vecchiaia, ma proprio al fatto che in quegli
attimi lui con la mente «era ancora là», poteva non curarsi del suo corpo, per
un po’.
La guerra è e rimane uno dei misteri
più profondi della natura umana; è l’esasperazione del conflitto, un turbine di
esperienze che per molti significa un non-ritorno anche quando sopravvivono al
fuoco. La guerra lascia nelle mani di chi la vive la difficile scelta di
abbandonarla: è fonte di una sofferenza così immane da contaminare le
generazioni, i luoghi, le culture, le relazioni, anche a distanza, anche
attraverso il tempo, come ha fatto con me, attraverso i racconti. E in modo
molto diluito ho potuto sperimentare il sapore che prende la vita guardata con
gli occhi di chi ha visto la morte e il dolore.
Tra tutti i modi in cui le persone
prendono coscienza di ciò che vivono e chiamano la realtà, la guerra è solo uno
di questi. La memoria ha diramazioni collegate direttamente ai nostri nervi e
sentire attraverso il sentire degli altri, delle persone vicine e scoperte
vicine, rimane la ricchezza più inestimabile con cui si manifesta la saggezza
della vita.
2 commenti:
molto bella questa tua riflessione. le distanze si accorciano se ci apriamo al sentire, senza pregiudizi.
ciao
E' proprio così :) Grazie mille!
Posta un commento