Marciapiede powa!!

martedì 1 novembre 2011

Anche stamattina ho deciso di camminare, e di camminare sulla stretta via di mattoni che delimita il lato del marciapiede e lo innalza dalla superficie stradale. E’ un piccolo esercizio di equilibrio e concentrazione che le prime volte richiede lo sguardo puntato verso il basso, ma che oggi mi ha fatto pensare da quanto tempo non camminavo tranquillamente per le strade del mio paese; da quando ho la patente preferisco sempre usare la macchina, per comodità, ma cambierò. Poi pensavo al marciapiede e subito volevo evitare di ripassarmi in testa la grande somiglianza con i ritornelli comuni della vita: la tritissima metafora della strada e una costellazione di scatarroni, merde, gasteropodi dilaniati, e c’è da evitarli, da passarci sopra. Eh, sempre la solita roba in pratica, che poca fantasia.
            In fondo il marciapiede è un luogo così scontato. E’ quel posto, quella zona, che non conosci mai e che non nomini perché di solito dici per la strada. Però non si può camminare per la strada, è assai pericoloso, bisogna camminare sul marciapiede.
            Poi saltano fuori quelli che si accorgono che invece il marciapiede, benché non sia mai nominato, è sempre molto frequentato. In effetti è difficile dire che il marciapiede non faccia tendenza o ritrovi sempre meno persone. Perché anche chi vive in macchina prima o poi rientra a casa, va in un bar, corre in farmacia, attraversa una strada e così cammina sul marciapiede. Queste persone dicevamo, ne prendono il senso e lo sbattono un po’, magari gli danno una mano di colore e l’idea unita all’inusuale utilizzo diventa sorprendente, non è come guardare un quadro o un’animazione computerizzata, ti stanchi dopo di dire “Che fico!”.


 





 
Ed il top è camminare e trovare l’inaspettato.