I nostri viaggi

mercoledì 9 febbraio 2011

Una volta parlavo con un amico, parlavamo del viaggio. Lui aveva detto che tante volte si viaggia per dire di aver viaggiato. Sì c’è sempre quella voglia di scoperta, quel voler lasciare a casa tutto ciò che non va, c’è sempre la voglia di avventura, però rischia di non esserci altro. Si accumulano nozioni e immagini col desiderio di poterle raccontare e, magari, succede che non portiamo a casa nessuna sensazione. Anzi, pensiamo al fatto che il servizio era pregevole ma non il massimo, che il mare era azzurro ma in certi punti c’erano troppe alghe, che la città era bella ma c’era tanta confusione, che è stato bello arrivare in cima ma la baita non aveva la grappetta con la melina sotto spirito.
Il viaggio deve essere raccontato, perché è un’esperienza da condividere con chi lo ama, ma forse il viaggio deve anche cambiare un po’ quello che eravamo prima di intraprenderlo. Dovrebbe cioè farci scoprire come possiamo essere coscienti di chi sia la gente che incontriamo e cosa sia il luogo che visitiamo. E questo luogo non deve essere per forza concreto. In sostanza un viaggio, se decidiamo di viaggiare, può anche non essere necessariamente all’estero, o dall’altra parte del mondo, per essere un Viaggio, ma deve riguardare il cammino che facciamo noi come persone, con la nostra mente e le nostre percezioni e sensazioni, restando sempre pronti a metterci nell’ottica dell’Altro. E la scoperta è forse una vera scoperta per noi, quando magari troviamo in città, o in una via in cui non eravamo mai passati, un luogo che non conoscevamo e impariamo ad apprezzare.

Ci provo spesso a fare viaggi simili, come oggi ad esempio. Destinazione: Torre dei Lamberti, piazza Erbe, Verona.
E’ uno di  quei posti che, sapendoli vicini, quando vi sia il desiderio di conoscerli diventano sempre troppo lontani, oggetto di rimandi e posticipazioni.
Ma oggi no.
Oggi c’era quel sole che ti illude che la primavera sia giù a suonarti al campanello e andavo in giro senza giacca, senza zaino, senza pensare, camminando per la città e la guardavo, la città.
Poi ho comprato il biglietto e ho salito, rigorosamente a piedi, i trecentosessantotto scalini che mi separavano dal cielo.

Non c’è nulla da fare, vale proprio la pena. E’ come quando vai in un posto e lo trovi così bello che vorresti starci ancora un po’, mentre gli altri si alzano. E’ così, hai la frenesia della vita che ti solletica i piedi ma vorresti startene lì, con l’aria che attraversa le bifore sulla sommità. A 80 metri d’altezza anche l’aria è diversa. E’ l’aria che scivola sopra all’altra, a quella amara delle strade e che disperde i contorni man mano che si avvicina l’orizzonte; è un’aria fresca e sconosciuta.

Ora metto solo qualche foto, non vorrei rovinare il momento in cui, per la prima volta come nel mio caso, si abbracci tutta Verona.






6 commenti:

Costantino ha detto...

Bellissime le immagini di Verona,
Anche a me piace moltissimo viaggiare,anche se
non si può negare che "coelum,non animum,mutant qui trans mare currunt".
Viaggiare è bello se si riesce a estraniarsi dalle problematiche del quotidiano.

Antonella ha detto...

Bellissime foto.. la prima poi trasmette serenità. Sembra che Verona si stia svegliando in quel preciso momento...

Luca dei Rami ha detto...

Cavoli! Ti ringrazio per questa risposta!
E' vero, non cambia il nostro animo, il viaggio resta sempre un "mezzo", tanto quanto ciò che ci trasporta. A me piace vedere il viaggio come una possibilità: non come qualcosa che mi cambia del tutto ma come qualcosa con cui mi scopro, nella misura in cui scopro un luogo o una persona.

Luca dei Rami ha detto...

@ La Toni: bella! Sembra proprio così!

Unknown ha detto...

Scopro ora il tuo blog. Sono entusiasta, poche immagini, buone parole, e questo post molto giusto. Sai, ho provato tante volte a capire il perché uno/io viaggia. Cerco forse una sensazione che non esiste, sono troppo esigente? Forse. Credo di provare emozioni che VOGLIO portarmi a casa, mi piace lasciarmi andare di fronte a un evento, a una visione, anche minima insignificante per alcuni, come il passaggio di bimbi, il ladro che fugge con il suo bottino, l'ammirazione di un cesello nel duomo di turno. Insomma in conclusione mi piace vedere e pensare che nel mondo ci sono molte differenze e tante similitudini sta a noi scoprire quali e capire che sono soprattutto le differenze a rendere eccezionale interessante le cose. E poi....amo condividere le mie emozioni, anche se capisco che non ci riesco in pieno. Ciao mi chiamo Tiziana

Luca dei Rami ha detto...

Ciao Tiziana! Piacere, Luca! :) Ti ringrazio!
Io vedo positivamente il fatto che tu sia esigente, perché la ricerca continua è il motore della curiosità e della scoperta, che viaggia proprio nell'oceano delle diversità. Quando ci si annoia è perché si decide, in qualche modo, di stare fermi.
Ma mi pare di capire che tu faccia tutto tranne che stare ferma, perciò avanti così! :)

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