Elsa

lunedì 29 novembre 2010

Elsa

La bastardina Elsa,
desiderando la maternità,
rubò del padroncino l'orsacchiotto,
e se lo mise al petto.

Ginfranco Asveri, Attenti al Cane, Tipografia Salsese, Salsomaggiore Terme, 1999.




Questa poesia è una di quelle che per essere assimilate non hanno bisogno di subire il frustino dell'analisi critica. E' ancora troppo giovane perché il retrotesto possa essere caricato di sensi che vanno oltre quello spudorato e gentile della vita.
Dedicata agli occhi che abitano mondi diversi.
Dedicata a chiunque abbia avuto un cane, o un altro animale, e veda in loro le parole e i gesti che non saprebbe trovare altrove.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Stupenda.

Dani :) ha detto...

bella.....e grazie per essere passato dal mio blog!

Unknown ha detto...

Ho passato 13 anni della mia vita con uno splendido cane che mi ha accompagnato attraverso l'infanzia e l'adolescenza. Poi come tutte le creature di questo mondo era giunta la sua ora e morì qualche anno fa. Questa poesia me l'ha ricordato moltissimo e ti ringrazio per averla pubblicata e avermi fatto emozionare!

Giulia

Luca dei Rami ha detto...

Grazie a voi!

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