Il grissinaio

mercoledì 12 febbraio 2014

Orazio faceva il grissinaio. Amava i grissini e aveva dedicato la sua intera vita a questo alimento arrivando alla produzione su scala industriale. Era un tipo decisamente simpatico, amante della routine, senza grandi ambizioni ma con chiaro in mente ciò che gli piaceva. Ogni mattina si alzava alle sei e undici minuti - sosteneva non fosse affatto lo stesso che svegliarsi alle sei e dieci, anzi quel minuto rubato cullava il pensiero di potersi riposare almeno un po' di più; faceva colazione con un croissant ripieno al cioccolato e un cappuccino comprati e consumati al bar in fondo alla via, tornava a casa per dedicarsi alle cure mattutine e quindi, verso le sette e quarantacinque (mai ad un'ora precisa, perché doveva essere soddisfatto delle cure mattutine), saliva in auto e raggiungeva il paese vicino dove aveva sede la sua fabbrica. "Buongiorno signo' Orazio!", "Buongiorno a voi!" rispondeva cordiale ad ogni saluto. Amava inoltre camminare tra i macchinari della linea di produzione, si occupava di mantenere le specifiche igieniche e provava un sincero piacere nel conversare con i lavoratori. Come ogni mattina insie-
"Posso portare via?", in un istante il cameriere mi porta via l'involucro di grissini vuoto.
Non ho modo di reagire.

0 commenti:

Posta un commento